I sistemi di riscaldamento tradizionale utilizzano prevalentemente i combustibili
fossili quali gas, gasolio e carbone.
Questi elementi naturali, derivanti dall’accumulo, avvenuto a partire da epoche
geologiche assai lontane, di sostanze organiche che si sono “decomposte” nel tempo
in ambienti caratterizzati da processi sedimentari particolari, non sono rinnovabili.
Il sempre maggior utilizzo di questi combustibili pone seri interrogativi circa
i futuri livelli di inquinamento globale e di surriscaldamento planetario.
La combustione dei combustibili fossili sprigiona notevoli quantità di anidride
carbonica e altre sostanze e polveri nocive per la salute umana, per la catena alimentare
e per l’ambiente nel suo complesso;anche i processi di estrazione dei combustibili
sono assai inquinanti, con un fortissimo impatto ambientale.
Il prezzo dei combustibili è, inoltre e da sempre, in continua ascesa: abbiamo quindi
il dovere di intervenire sia per limitare l’inquinamento ed il surriscaldamento
terrestre, ma anche per cercare di porre freno alla spesa familiare, aziendale,
della nostra comunità.
Per arginare i costi ambientali ed economici proponiamo, sulla base di esperienza
che da decenni si è sviluppata soprattutto in Europa del nord e che noi abbiamo
già applicato in decine di interventi, l’utilizzo dell’ energia geotermica presente
negli strati più superficiali della terra.
La geotermia a bassa entalpia si basa sul principio che la TERRA (e l’aria e l'acqua)
contiene al proprio interno un’inesauribile quantità di energia che , opportunamente
prelevata, può essere destinata all'utilizzo umano: trasferimento e consumo
sarebbe giusto dire. Le dimensioni del serbatoio geotermico costituito dalla TERRA
sono tali che è garantita la rinnovabiltà dell'energia per i consumi e le destinazioni
umane oggi note.
La geotermia applicata ai sistemi di climatizzazione è quindi un processo: